Leggendo blog e biografie qua e là, ultimamente mi imbatto spesso nelle ricerche di chi ha bisogno di un Life Coach. Che da quanto ho capito pare sia una professione anche ben retribuita.
L’ultimo esempio capitato tra le righe, sotto i miei occhi, è quello dell’ ottantenne cinese Deshun Wang, modello, attore e appunto…life coach.
Vale a dire che il nonnetto dalla lunga barba bianca (che fa molto saggezza Zen) si guadagna da vivere, oltre che posando davanti alla fotocamera e mostrando i suoi addominali sulle passerelle, grazie ai consigli che dispensa, per lo più ai giovani, su come vivere, come tirare fuori il meglio da se stessi e come realizzare i propri sogni.
Continuo qualche ricerca sul web e scopro che questa figura è richiestissima. Ci sono veri e propri corsi di formazioni per tirar su life coach a regola d’arte.
Praticamente si spiattellano davanti a questa persone le proprie ambizioni, i propri sogni e soprattutto i propri rimpianti per ricevere consigli di vita.
Ecco i life coach sono dispensatori di consigli.
Chi ha bisogno di un life coach è in cerca di consigli
I life coach provano, nelle poche sessioni in cui ti “analizzano”, a dirti chi sei (a loro piace dire: “ricordarti chi sei”). Ti suggeriscono strategie su come cambiare la tua vita (perché se ti rivolgi a una di queste figure qualcosa che non va nella tua vita ci deve essere per forza).
Cercano di rinforzare la tua autostima e di infonderti coraggio per prendere le decisioni che fino a qual momento non hai saputo-voluto-potuto prendere.
E loro lì, a mappare forze e debolezze, consigliare di fare esperienze di cui non conoscono neanche lontanamente il senso. Invitano a vivere esperienze che non hanno vissuto sulla loro pelle e quasi quasi mi fanno pensare ai versi di Hotel California, dove Don Henley sostiene che “siamo tutti prigionieri dello stesso meccanismo“. Così i life coach mi sembrano prigionieri dei loro stessi consigli.

E dunque mi chiedo: oggi abbiamo bisogno di un life coach? Non basta fare le nostre esperienze e appoggiarci di tanto in tanto alla saggezza dei nonni, dei genitori o di un buon amico?
Non basta vivere pienamente la nostra esistenza su una giusta strada, che sia la nostra, senza che qualcun altro debba dirigerci verso una destinazione che forse nemmeno è quella che desideriamo?
Capisco bene che a volte prendere una decisione sia difficile e possa creare un impasse nelle nostre vite.
Allo stesso tempo credo che dovremmo prendere delle decisioni seguendo la nostra bussola. Se questa ci porterà fuori rotta vorrà dire che avremo sbagliato e avremo maturato un po’ di esperienza in più che ci aiuterà a prendere una decisione più saggia in futuro.
Inoltre ci insegnerà a consigliare una persona cara in una situazione simile, senza imporre la nostra dottrina, perché come asseriva Alexandra Tranfor: “I migliori maestri sono quelli che ti indicano dove guardare, ma non ti dicono cosa vedere”.
Ottobre 18, 2017 alle 2:42 pm
Sottoscrivo e aggiungo due riflessioni.
La prima è: ma poi, questi life coach, da chi avrebbero imparato a vivere, esattamente? Non è che sono furbacchione che ti spaccia a pagamento i consigli che potresti darti da solo?
Secondo: conosco un tizio che a un certo punto ha iniziato a spacciarsi come “life coach”, senza nessuna formazione specifica, ovviamente. Ecco, il tipo in questione era semplicemente uno sfigato come tanti.
E io mi domando: cosa, esattamente, distinguerebbe tutti gli altri wannabe da questo amabile sfigato senza qualità?
E mi rispondo: nulla.
Quindi io direi: a chi ha problemi patologici, di rivolgersi a degli specialisti qualificati. A tutti gli altri di trovarsi un amico, e se non ci riescono, di rimboccarsi le maniche e provare meglio. Sono un life coach anche io per questo?
Ottobre 18, 2017 alle 5:06 pm
Io non ne faccio una questione filosofica perché sono convinto del fatto che sia la mancanza di autostima a far in modo che si abbia bisogno di essere “pompati” mentalmente a dovere, proprio per questo motivo esistono i furbacchioni (avrei usato altro termine, ma questo rende lo stesso bene l’idea) che si fanno chiamare in modo figo life coach, che se non altro ti spillano tanti soldi, con buona pace dell’autostima e de portafoglio.
Ottobre 18, 2017 alle 5:25 pm
Mi chiedo quando sia cominciata questa carenza diffusa di autostima che ha dato vita alla diffusione di questi furbacchioni come li avete definiti tu ed Andrea poco più su.
Ottobre 18, 2017 alle 7:10 pm
mi pare l’ennesima trovata modaiola per spillar soldi alla gente che trova “trendy” affidarsi a una persona sconosciuta che potrebbe benissimo non avere la benchè minima qualità per esser ritenuto tale. Più o meno all’età di 22-23 anni troncai bruscamente di seguire un corso di meditazione da un maestro di yoga con cui ebbi da ridire, perchè senza conoscere affatto la mia vera situazione personale si è permesso di consigliarmi di abbandonare la casa dei genitori, ponendo se stesso come valido esempio che a 18 anni lasciò la famiglia per recarsi in India. Ma con che criterio e su che basi una persona può dispensare consigli da emerito estraneo se non conosce la storia profonda e personale di un individuo? E comunque credo sia giusto che ogni persona adulta sia responsabile delle proprie azioni e scelte, anche sbagliando, altrimenti le esperienze che farà saranno sempre frutto di un’altrui scelta.
Ottobre 18, 2017 alle 10:15 pm
Parole sante Daniela. Condivido in toto. Nessuno può imporre un proprio ideale di vita o una scelta come l’unica possibile o l’unica giusta. Idealizzare il proprio percorso come unica verità è sempre un pensiero sbagliato e di piccole vedute (al contrario di quanto si corre far credere)
Ottobre 18, 2017 alle 7:24 pm
pensavo che fosse un lavoro riservato agli psicologi, almeno quelli hanno, o dovrebbero avere, delle competenze certificate
Ottobre 18, 2017 alle 10:44 pm
Esattamente