In molti ambiti della nostra società sentiamo parlare, con frequenza, di esempi che le generazioni adulte hanno dato o avrebbero dovuto dare nella crescita di quelle più giovani.

Un caso tipico può essere rappresentato dai fenomeni di inquinamento ambientale. Infatti si imputano spesso alle generazioni che hanno preceduto i millenials due responsabilità principali. Non solo la responsabilità di aver contribuito indiscriminatamente alla situazione poco confortante riguardo inquinamento e cambiamenti climatici ma anche la mancanza di un esempio, una scia virtuosa da seguire per evitare di commettere gli stessi errori e magari approcciare ai problemi con metodologie differenti.

In effetti, l’esempio costituisce un elemento fondamentale per la crescita e l’educazione di un individuo, nel personale percorso che conduce dall’essere bambino al divenire uomo.

Forse, più che regole e raccomandazioni, i gesti compiuti da chiunque si trovi a contatto con un bambino possono tracciare un’imitazione e un tentativo di replicazione nel bambino stesso.

In molti casi si vedono genitori che cercano di trasmettere un messaggio al proprio figlio senza riuscirvi, poiché oltre all’educazione impartita con la decantazione di regole di comportamento è mancato un adeguato esempio.

Crescere attraverso l’esempio: un caso pratico

Mi sono soffermato su questo pensiero qualche giorno fa quando, in compagnia del mio nipotino di cinque anni, mi trovavo davanti a un distributore automatico di bevande.

Dopo aver selezionato il prodotto desiderato, quest’ultimo, nell’avanzare sospinto da un pistoncino, è rimasto bloccato senza possibilità di cadere nell’apposito spazio per la raccolta. In maniera quasi istintiva e automatica ho colpito con le mani il distributore nel tentativo di sbloccare la lattina. Non mi però sono reso conto che mio nipote mi stava guardando.

La lattina è caduta all’interno del raccoglitore e così l’ho potuta recuperare e bere.

A qualche giorno di distanza mi sono ritrovato davanti lo stesso distributore con mio nipote. Lui, prima che potessi inserire le monete, ha colpito con un paio di piccole spinte il distributore. In quel preciso istante ho capito che cercava di replicare lo stesso gesto che avevo stupidamente compiuto qualche giorno prima. Aveva immagazzinato quell’azione e tentava di ripeterla perché l’aveva vista fare a me. Un classico episodio del crescere attraverso l’esempio.

In quel caso ho cercato di spiegare a voce il perché del mio gesto, ma mi sono reso conto di non avere giustificazioni. Pertanto ho cercato di far passare quella mia azione come del tutto eccezionale e che non si sarebbe mai più ripetuta.

Questa piccola dimostrazione, che mi vede malauguratamente testimone di un cattivo esempio, mi ha fatto riflettere molto su quanto bisogna essere attenti e onesti con i bambini.

Esempi costanti purché onesti e sinceri

L’esempio dovrebbe essere costante e mirare sempre alla gentilezza e alla tolleranza. Credo che un bambino che viva con l’esempio di rabbia e litigiosità non possa non crescere con un sentimento di ostilità nei confronti dell’altro.

Dopo l’episodio con mio nipote, mi sono ripromesso che se un giorno dovessi essere un papà, guarderò all’esempio come strumento più efficace per l’educazione dei bimbi negli anni più teneri. Poiché se vogliamo crescere una generazione che guardi con fiducia e rispetto al prossimo, non possiamo continuare a proclamare sermoni di rettitudine quando non seguiamo i valori che proclamiamo di voler infondere.

Crescere attraverso l'esempio farfalle

Parole ed esempi

A proposito di esempio sono molto efficaci alcune massime recitate da illustri personaggi: San Francesco di Sales amava sostenere che: “Un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole.”

Oppure lo scrittore Oliver Goldsmith che sul valore dell’esempio affermava: “Puoi pronunciare un sermone migliore con la tua vita che con le tue parole.”

Ancora Pitagora, che sottolineava la validità di buoni esempi come sostituti di modelli di regole: “Dà vita a dei buoni esempi: sarai esentato dallo scrivere delle buone regole.”

La poesia di D.L. Nolte

Un’altra citazione che merita di essere riportata è quella della poesia di Dorothy Law Nolte, “I bambini imparano ciò che vivono”

Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare.
Se i bambini vivono con l’ostilità, imparano a combattere.
Se i bambini vivono con la paura, imparano ad essere apprensivi.
Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi.
Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano ad essere timidi.
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invidia.
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli.
Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano ad essere sicuri di se.
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti.
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare.
Se i bambini vivono con l’accettazione, imparano ad amare.
Se i bambini vivono con l’approvazione, imparano a piacersi.
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un obiettivo.
Se i bambini vivono con la condivisione, imparano ad essere generosi.
Se i bambini vivono con l’onestà, imparano ad essere sinceri.
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos’è la giustizia.
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano ad avere fiducia in
se stessi e nel prossimo.
Se i bambini vivono la benevolenza, imparano che il mondo è un bel posto in cui vivere.

Anche in questa poesia si può leggere il messaggio del rapporto esempio-comportamento.

Conclusione

La cosa bella del buon esempio però, è che quando funziona riesce a donare una soddisfazione e un compiacimento senza pari a chi l’ha messo in pratica.

Sempre il mio nipotino, in auto, vedendomi piegare una carta e metterla in tasca per gettarla successivamente nell’apposito raccoglitore mi guarda e fa: “Sì zio, le cose non si buttano dalla macchina!”

Copertina:  Samuel Zeller 

Foto 1: Suzanne D. Williams

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