Felicità: quanto conta per noi il luogo in cui viviamo?
Nel farmi questa domanda, sono partiti i soliti rovelli riguardo la correlazione con la felicità personale. Infatti, sarebbe più appropriato chiedersi quanto incida sulla propria felicità l’ambiente che ci circonda.
La mia risposta è stata: incide tanto.
Sicuramente la felicità si fonda su una molteplicità di aspetti. C’è chi la associa al benessere fisico, chi a quello economico, chi alla soddisfazione sul lavoro, chi al valore del tempo, chi all’importanza dei legami e così via (questo articolo non è una dissertazione su come raggiungere la felicita!).
Nella mia personale esperienza posso dire che anche il luogo in cui si vive può incidere sulla felicità.
1. L’effetto benefico sulla felicità: il luogo in cui viviamo
L’esempio più banale che mi viene in mente è quello di paragonare una giornata trascorsa nel grigiore di un’area industriale, magari pedalando tra fumi e smog e una giornata occupata passeggiando sul bagnasciuga di una spiaggia o, come preferisco, facendo un’escursione in montagna.
L’effetto benefico tra le due alternative è palesemente spostato verso le seconde. Ok, starete pensando, ma l’esempio si basa su una singola giornata.
Certo è vero, ma se vivessi costantemente in un luogo che mi costringesse lontano dalla natura, dalle montagne o che mi obbligasse ogni volta a percorrere decine, se non centinaia di chilometri, per calarmi nella natura, mi sentirei piuttosto infelice.
È pur vero che ci sono molti casi di persone che amano la natura o in generale il luogo in cui vivono ma sono infelici per svariati motivi.
2. Il luogo influenza la felicità in base all’età dell’individuo
Analizzando un secondo aspetto, il luogo in cui si vive può influenzare la felicità di un individuo in relazione alla sua età.
Magari, un giovane in cerca di stimoli e alternative diverse per il proprio tempo libero può essere più incline a sentirsi felice in una grande città che possa rispondere a tali esigenze. Al contrario, una coppia di giovani genitori potrebbe sentirsi maggiormente appagata vivendo in una città più piccola, che possa coniugare sicurezza e tranquillità.
Ovviamente si tratta di esempi generalizzanti che non tengono conto dei casi specifici.
3. Felicità tra stanzialità e movimento
In terzo luogo credo che l’idea di benessere dipendente da un determinato posto sia anche correlato al concetto di stanzialità e di abitudine.
Con questo pensiero intendo dire che per alcuni individui il semplice fatto di rimanere perennemente nello stesso luogo può causare un disagio poiché l’idea di stanzialità arreca un calo degli stimoli.
Queste persone perciò saranno più felici qualora avessero l’opportunità di muoversi, lavorare e vivere in contesti sempre differenti. Potrei pensare: magari amo la montagna e sono felice quando vi passeggio, ma se immaginassi di viverci dodici mesi l’anno rischierei di uscire fuori di testa.
L’altra faccia della medaglia, al contrario, si compone di persone che si sentono felici e serene solo quando sentono dentro di sé la sicurezza di un luogo familiare e stabile.
In conclusione si potrebbe affermare che il luogo in cui si vive può in qualche modo influenzare la propria felicità.
Certo non è l’unico elemento che incide e probabilmente non incide sempre allo stesso modo durante le fasi della nostra vita. Così come non incide in egual misura per ciascun individuo, ma indubbiamente può rappresentare un fattore di grande rilevanza nel benessere di una persona.
E per voi che leggete, quanto incide il luogo in cui vivete sulla vostra felicità?
Novembre 22, 2017 alle 1:20 pm
motlissimo, mai potrei abitare in una città inquinata, senza verde, affogata nei motori…tanto verde, il silenzio e buoni 30 minuti giornalieri, per due 60, onde arrivare al lavoro…ciauuu
Novembre 22, 2017 alle 1:29 pm
Parole sante! 🙂 Ciao e grazie del commento
Agosto 9, 2018 alle 4:20 pm
Molto. Il posto in cui si vive è importante perché devo darti pace, gioia e possibilità.
Agosto 9, 2018 alle 4:39 pm
Condivido in pieno! Grazie per essere passata di qua.