Il rapporto Oxfam gennaio 2018 parla chiaro: disuguaglianza sociale è la parola chiave del nostro tempo.
Una disuguaglianza crescente che non è solo economica ma sociale, nei diritti, nelle condizioni di accesso all’istruzione e alle cure mediche, al cibo e alla dimora.
Come riporta il sito osservatoriodiritti.it: “la coperta non è troppo corta. Semmai, è distribuita male: qualcuno resta al gelo, mentre altri sudano senza neppure sapere che farsene di tutta quella lana. In estrema sintesi, è questo che sta accadendo nel mondo. Dove ogni due giorni appare un nuovo miliardario. E dove, allo stesso tempo, 789 milioni di persone si trovano in “povertà estrema”. Dove l’1% più ricco della popolazione si è accaparrato in un anno l’82% dell’incremento della ricchezza netta, contro i 3,7 miliardi di persone più povere, a cui non è arrivato neppure un centesimo (dati marzo 2016-marzo 2017)”.
Il rapporto Oxfam sulla disuguaglianza sociale ed economica
Il documento dell’Oxfam, Ricompensare il lavoro, non la ricchezza, riporta dati sulla disuguaglianza sociale inequivocabili:
- L’1% più ricco continua a possedere più ricchezze di tutto il resto dell’umanità.
- Si contano 2.043 miliardari, di cui 9 su 10 uomini. L’aumento della loro ricchezza nell’ultimo anno è pari a sette volte la quantità di denaro necessaria a far uscire 789 milioni di persone dalla povertà estrema.
- Se l’1% dei più ricchi pagasse lo 0,5% in più di imposte sul patrimonio, si potrebbe salvare la vita a 100 milioni di persone e permettere a tutti i bambini di avere un’istruzione nel prossimo decennio.
- Le conseguenze di tale concentrazione di ricchezza si ripercuotono sulle classi più disagiate dei Paesi in via di sviluppo, gravando in particolare sul lavoro (per lo più femminile) sottopagato e a condizioni disumane.
Per avere un quadro più chiaro di un argomento tanto vasto e complesso, consiglio di dedicare alcuni minuti alla lettura del rapporto dell’Oxfam al link sovrastante.
Inoltre, condivido questo breve video che riassume in maniera diretta alcuni dei dati riportati nel documento.
Il video successivo ci mostra, invece, le condizioni di una lavoratrice media in Vietnam.
Nel paese asiatico le grandi multinazionali dell’abbigliamento stanno investendo con la garanzia di una manodopera specializzata a un costo irrisorio.
Intanto al World Economic Forum di Davos ci sono defezioni importanti, quelle di Trump e Macron su tutte.
Ciò a dimostrazione che la volontà di cambiare le cose è totalmente mancante. Così come quella di prendere una seria consapevolezza della situazione in cui versa la società mondiale.
Comprendiamo dunque come queste argomentazioni siano lontane dagli intenti della politica e dei Paesi che da questa situazione traggono grosso vantaggio.
Foto di copertina: Søren Astrup Jørgensen
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