Natale: auguri semiseri al supermercato. Sabato scorso ho avuto l’infelice idea di andare in un supermercato per fare la spesa.
All’ingresso ho mostrato i primi segnali di pentimento per la mia scelta, dopo aver notato quattro interminabili code di avventori alle uniche casse aperte.
Nel primo corridoio, tra un torrone in offerta e un nuovo pandoro con i canditi, ho osservato due nonnetti impegnati in avvincenti sorpassi con i carrelli della spesa. I due cercavano di accaparrarsi la pole position per i magnifici torroncini in super offerta (senza notare che lì accanto, gli stessi torroncini senza confezione natalizia costavano anche meno).
Non credo si stessero scambiando affettuosi auguri di Natale al supermercato
Girato nel secondo corridoio ho avvertito l’affannosa ressa di Natale. Ho notato una signora imprecare contro la sua avversaria per non aver rispettato lo stop all’incrocio. Di conseguenza ha urtato il suo carrello colmo all’inverosimile facendolo inclinare e lasciando cadere a terra sei confezioni di cotechino (made in Italy, per carità).
Tra un pacco di carta igienica e uno scatolone di pannolini, ho schivato un’attempata signora che stava riesaminando i prezzi sul volantino delle offerte prima di confermare l’acquisto di qualcosa che aveva già scelto a casa.
Purtroppo nell’incauta manovra non mi sono accorto del bimbo che nella sua macchinina-carrellino avanzava senza pietà verso il mio ginocchio. E lì avrei voluto dimenticare che ci avviciniamo al Natale. Dunque alla storia del bisogna essere tutti più buoni. Avrei solo voluto prendere il pacco di pinze dallo scaffale per sganciare le quattro ruote alla macchinina del simpatico bimbo che godeva a vedermi sofferente.
Più avanti ho circumnavigato due carrelli pronti a incornarsi come tori, sono corso alla cassa e ho atteso il mio turno.
Nel frattempo ho ripensato alle parole che un mio conoscente aveva pronunciato qualche giorno prima, quando, sommerso dal lavoro da consegnare entro Natale, sbottando mi fa: “Io il Natale lo maledico. Possa non venire più”.
E questa esclamazione, che racchiude praticamente tutto sul Natale consumista, mi ha profondamente rattristato.
Nel frattempo il lettore ottico ha emesso il sul tiiiic, il cassiere ha allungato la mano con il resto e mi ha augurato buone feste.
Ed io: “Buone fe… Buone fe… Buona corsa anche a te, amico mio!”
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