La Terra è casa nostra e noi siamo i suoi inquilini. Ma sappiamo con quante altre persone stiamo condividendo questa “abitazione”? E soprattutto, conosciamo il numero di coinquilini che avremo da qui a trent’anni? Cerchiamo di comprendere meglio i numeri della popolazione mondiale.
La demografia mi ha sempre appassionato, in particolar modo quando si lega al concetto di sviluppo sostenibile.
Credo che oggi più che mai la demografia debba essere insegnata nelle scuole perché è impensabile immaginare di prendere una decisione per il futuro senza considerare gli aspetti legati alla composizione di una popolazione.
Una riforma pensionistica, una legge sul lavoro, un provvedimento per sostenere l’incremento delle nascite, una politica di immigrazione non possono prescindere dai dati fondamentali e dai numeri della popolazione mondiale.
Oggi vorrei semplicemente offrire uno spunto di riflessione sull’andamento della crescita della popolazione, fornendo qualche indirizzo utile dove trovare tutte le informazioni del caso.
I numeri della popolazione mondiale crescono
Il dato di partenza è uno: la popolazione mondiale è in crescita e la stessa ha avuto dei picchi sensibili a partire dal secondo dopoguerra. Tali picchi sono stati dovuti all’aumento delle nascite, al miglioramento delle condizioni di vita, all’accresciuta efficienza del settore agricolo, allo sviluppo del settore sanitario, alle innovazioni tecnologiche in campo medico.
Oggi, il pianeta Terra conta più di 7,5 miliardi di persone e ogni giorno vengono dati alla luce oltre 350.000 bambini (www.theworldcounts.com).
Inoltre è importante comprendere che la crescita della popolazione è un processo auto-rinforzante, ossia un fenomeno che cresce su se stesso.
Oggigiorno il tasso di crescita della popolazione umana è positivo: in parole povere ciò significa che viene garantito un incremento della popolazione anno dopo anno. Un numero di persone più elevato avrà, a parità di tasso di natalità, un numero di figli maggiore che andranno ad aumentare ancora il livello della popolazione e così via, ripetendo ciclicamente questo meccanismo.
Il grafico sottostante rappresenta la crescita demografica mondiale dall’anno zero fino ai giorni nostri e con una proiezione al 2040. È facile intuire che quanto detto sopra abbia avuto un impatto esponenziale proprio a partire dal secondo dopoguerra.
Il problema della previsione del numero di persone sulla Terra viene studiato con particolare attenzione dal dipartimento delle Nazioni Unite DESA (Department of Economic and Social Affairs) che quest’anno ha rivisto i prospetti sulla popolazione mondiale.
I numeri presenti in questi prospetti sono impressionanti. Molto probabilmente raggiungeremo la quota di 9 miliardi di persone prima del 2050 come era stato previsto in precedenza.
I fattori che influenzano la crescita
Ovviamente ci sono diversi fattori che impattano su queste previsioni, oltre a quelli già menzionati sopra.
In particolare bisogna tener conto sia delle transizioni che subiscono le popolazioni dei vari Paesi sia del livello di benessere e sviluppo di uno Stato.
Infatti, è stato dimostrato che il livello d’struzione è inversamente proporzionale rispetto alle nascite. Vale a dire che nei Paesi del cosiddetto Mondo Occidentale, il tasso di fecondità è più contenuto rispetto ai Paesi in via di sviluppo.
Questo significa che maggiore sarà la capacità di aiutare queste popolazioni a raggiungere livelli di sviluppo più elevati, minore sarà la proiezione della popolazione nei prossimi anni.
In quest’ottica ci viene in aiuto il video di Hans Rosling (in lingua inglese) che spiega in maniera molto efficace questo concetto grazie all’aiuto delle scatole dell’Ikea.
L’importanza dei trend della crescita della popolazione mondiale
Analizzare questi trend significa capire quali saranno domani le nazioni con la popolazione maggiore.
Si intuisce che i Paesi in via di sviluppo avranno un incremento maggiore. Ciò significa che nel 2050 saremo di più ma il numero delle persone povere sarà ancora più elevato.
Dall’altro lato della medaglia però, bisogna anche sottolineare che l’impatto sul pianeta delle popolazioni delle aree meno sviluppate è di gran lunga inferiore rispetto ai Paesi occidentali.
Basti pensare che un cittadino statunitense consuma risorse pari a 32 volte rispetto a quelle consumate da un abitante del Kenya.
Tutto questo significa che, ancora una volta, saranno penalizzate le popolazioni più povere, che avranno a disposizione sempre meno risorse.
Dal punto di vista ambientale, le conseguenze di questa crescita demografica si ripercuotono inevitabilmente sui vari ecosistemi.
Lo sfruttamento scriteriato delle risorse provoca mutamenti forti sulla natura che conducono ad un’importante perdita di biodiversità.
Con l’aumento del numero di persone sulla Terra, vi è stata una conseguente diminuzione delle specie animali e vegetali. La perdita di biodiversità e la distruzione di determinati ecosistemi porterà sicuramente il nostro ambiente ad avere un notevole impoverimento che si tradurrà sempre in una riduzione del benessere umano e delle condizioni di vita in generale.
Concludo riportando alcuni link estremamente interessanti dove poter consultare una mappa interattiva sulla crescita demografica e dove poter visionare le proiezioni per le varie nazioni, tra cui l’Italia.
Infine consiglio di dare un’occhiata alle slide di populationeducation.org per comprendere meglio le dinamiche della crescita della popolazione e le sue conseguenze sulle risorse del nostro pianeta.
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